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Ritratti: Roberto Baggio, "il divin Codino", articolo di Bidescu

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Lorre
view post Posted on 25/3/2006, 17:39




Nato a Caldogno, in provincia di Vicenza, il 18 febbraio del 1967, Roberto Baggio inizia a tirare calci ad un pallone nella squadra del suo paese, per poi trasferirsi al Vicenza in Serie C1, a 15 anni; con la maglia biancorossa dimostra di essere un potenziale fuoriclasse, mettendo a segno, con la squadra “primavera” 46 goal in 48 partite. Queste ottime prestazioni gli permettono di debuttare in prima squadra nel 1983; nella stagione 1984-85 mette a segno 12 reti in 29 partite, consentendo così, alla squadra vicentina, di essere promossa in serie B. In una delle ultime giornate di campionato, si rompe il ginocchio destro; la Fiorentina, che lo ha già acquistato, ha la possibilità di recedere dal contratto, ma il presidente viola, Piercesare Baretti, decide di credere nel suo recupero. Dopo due anni di calvario esordisce in serie A il 21 settembre 1986 e realizza il suo primo goal nella massima divisione il 10 maggio 1987, contro il Napoli di Maradona; la rete di Baggio è splendida, Roberto parte dalla propria metà campo, salta tutta la difesa partenopea, compreso il portiere Galli e deposita il pallone in rete.
Rimarrà in Toscana fino al 1990, quando si trasferisce alla Juventus, tra le furiose e violente proteste della tifoseria fiorentina, conscia di perdere un grande giocatore, già diventato un idolo.
Le grandi giocate di Baggio gli fanno guadagnare la convocazione dal C.T. della nazionale, Azeglio Vicini, e la partecipazione ai mondiali italiani del 1990. Sono le “notti magiche” di “Toto” Schillaci; Baggio non parte titolare, ma presto conquista il posto in squadra, rispondendo sempre con grandi prestazioni. Mette a segno un goal memorabile nella sfida contro la Cecoslovacchia ed un ulteriore goal nella finale per il terzo posto contro l’Inghilterra.
Terminati i mondiali, Baggio inizia la sua avventura nella Juventus che durerà cinque anni: saranno 200 presente e 115 reti. Sono gli anni della consacrazione del “Codino”, che vincerà coi colori bianconeri uno scudetto, una Coppa Italia ed una Coppa Uefa. Verrà inoltre premiato con il Pallone d’oro nel 1993 e col premio FIFA World Player nel 1994. Nonostante tutti questi successi, non riesce ad entrare nel cuore dei dirigenti bianconeri (celebre è rimasto l’appellativo di “Coniglio bagnato”, coniato dall’Avvocato) e nemmeno in quello dei tifosi, che non gli hanno mai perdonato quando si tolse la sciarpa bianconera alla sua presentazione alla stampa e, soprattutto, quando, il 6 aprile 1991, ritorna per la prima volta a Firenze con la maglia della Juventus. Baggio gioca male e si rifiuta di tirare il rigore che potrebbe dare il pareggio alla squadra bianconera; sostituito dopo un’ora, uscendo dal campo raccoglie una sciarpa viola lanciata da una ragazza dei distinti. Il boato di gioia della gente di Firenze è pari soltanto all’uragano di fischi dei tifosi bianconeri.
Così lo racconta da Vladimiro Caminiti, nel 1991:
«La vita è alimentata anche da pregiudizi, che guastano la natura degli uomini. In Italia a qualsiasi livello di occupazione e di ruolo, essi si materializzano in etichette, il calcio non può fare eccezione, pochi campioni sfuggono a catalogazioni preconcette. Che si diceva di Roberto Baggio di Caldogno in quel di Vicenza, prima che si trasferisse definitivamente a Torino ??? Si diceva per l’appunto che era il classico mezzo fuoriclasse, il giocatore virtuoso del pezzo d’autore, “breviter” il campione degli scampoli. Detto più crudamente: la ciliegina sulla torta. Ci vuole la squadra, poi c’è lui. Io penso che questa etichetta ha rappresentato tutto il Baggio fiorentino, delizia impareggiabile di quei tifosi. I cinque anni viola non ne mutarono il destino. Baggio non vinse nulla, ma fece scrivere di tutto. Ed incantò puntualmente la Juventus, e l’Avvocato, nei confronti diretti. Salvo lui per primo negare anche la più remota possibilità a potersi trasferire un giorno nella società bianconera.
Non dire mai nel calcio che cosa è impossibile. Niente è vietato alla Juventus. Nell’estate 1990, il trasferimento choc fu realtà. La Juventus andò in campionato a miracol mostrare col suo fiore all’occhiello. I ricordi sono nitidi, la stagione non fu esemplare, anche per il giocatore. Nel campionato di Maifredi bianconero, la Juventus finì ingloriosamente settima, furono sorbole, furono polemiche, furono lacrime amare. E Baggio ??? Non aveva colpe specifiche, aveva come sempre fatto il dover suo, 14 goals alla pari con quel certo centravanti tutto istinto di Klinsmann, la dicono lunga.
Poi il recupero delle entità irrinunciabili, il ritorno di Boniperti e Trapattoni, e per Baggio l’inizio di una nuova storia. Anzi l’inizio della storia, la Juventus della normalità seconda in campionato cioè di nuovo degna della sua tradizione, superata soltanto dal Milan delle sinergie televisive, e Baggio rapace nel goal (ben diciotto) e soprattutto in grado di smentire certe affermazioni gratuite e per niente simpatiche: altro che ciliegina sulla torta !!! Questo si deve scrivere, dopo avergli visto giocare alcune inobliabili partite per la “Signora” con un impegno smeraldino, non più solamente il rifinitore impeccabile, il finalizzatore strabiliante, anche il giocatore al servizio degli schemi, rapace nel goal ma anche capace di una spola virtuosa, l’uomo chiave della manovra, il punto di riferimento.
Baggio è cresciuto con la Juventus, e Trapattoni detto “Trap” ha avuto ben ragione di esultare. Rivedo la sua magica prestazione del “Meazza” contro l’Inter, sublimata da un goal d’autore che ha consentito ai soliti di vestire le piume del pavone. l’avevano detto o no che soltanto Meazza si poteva comparare all’asso di Caldogno ???
Baggio si inserisce tra i più grandi della storia juventina col diritto della classe. Vi sono campioni che superano le mode. che valicano gli oceani. che caratterizzano un’epoca ed al contempo sono la naturale e perenne espressione di un gioco, di uno sport, di un’arte.
È il caso di Baggio. La sua finezza interpretativa, il tocco davvero araldico sui calci piazzati che lo accosta a Maradona, il suo dribbling di possesso irresistibile e la sua capacità di goleare da vicino e da lontano con inflessibile lucidità e freddezza, lo pongono allo stesso livello degli assi più straordinari di ogni tempo.
C’era da affezionarsi alla maglia bianconera, bisognava che la magia del gioco di Baggio creasse nuovi incantesimi. La cosa è puntualmente avvenuta. Ora Baggio si collega a Vialli perché la favola prosegua verso nuovi irrinunciabili traguardi. Un asso irripetibile adorna il diadema di nostra signora di Torino, che è la signora di tutti gli sportivi italiani dai cinque ai novantanni, la squadra che coi suoi assi, da Giacone a Peruzzi, da Goccione a Kohler, da Hirzer a Baggio, unisce gli italiani dal mare alle Alpi.»
Nell’estate del 1994 è convocato per i mondiali negli Stai Uniti. Baggio è considerato da molti il calciatore che può far sognare l’Italia, ma l’inizio è stentato: gli azzurri passano a fatica la prima fase, ripescati tra le migliori terze dei gironi di qualificazione, ed il rapporto tra Baggio ed il C.T. Arrigo Sacchi non sembra essere dei migliori, a causa del gesto di disappunto del “Codino” dopo la sostituzione nei primi minuti del match contro la Norvegia, in seguito all’espulsione del portiere Gianluca Pagliuca. Le immagini televisive sono chiarissime: «questo è matto, questo è matto !!!» continua a ripetere Roberto, quando esce dal campo.
Gli ottavi di finale vedono l’Italia opposta alla Nigeria: gli azzurri, sotto di un goal e con un uomo in meno a causa dell’espulsione di Zola, pareggiano al 88’ proprio grazie ad una prodezza di Baggio; nei tempi supplementari, è ancora Baggio, al 102’, stavolta su rigore, a mettere il suggello alla partita. Roberto continua a segnare anche nei turni successivi, contro la Spagna nei quarti di finale e contro la Bulgaria (2 goals) in semifinale. Ma proprio contro i bulgari si infortuna; dovrebbe riposarsi, ma come si può rinunciare alla finalissima contro il Brasile ???. Si gioca all’una di pomeriggio a Pasadena, sobborgo di Los Angeles, con un caldo torrido; i rigori daranno la vittoria ai sudamericani per 3 a 2, con ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio che tira alto sopra la traversa, dopo gli errori di capitan Baresi e di Massaro.
Baggio, che fatica sempre più a trovar posto nella Juventus decisa a puntare sull’astro nascente Del Piero, si trasferisce nell’estate del 1995 al Milan, guidato da Fabio Capello, rimanendovi per due anni; nonostante le vittorie della squadra milanese, Baggio non trova spazio diventando una riserva di lusso. Chiaramente, non viene convocato per gli Europei inglesi del 1996; la maglia numero dieci della Nazionale è indossata da Zola e proprio il giocatore sardo fallisce il rigore decisivo contro la Germania e gli azzurri vengono eliminati al primo turno. Arrigo Sacchi viene esonerato e ritorna sulla panchina del Milan, convincendo Roberto ad abbandonare la squadra rossonera, l’estate successiva.
Baggio decide di ripartire dal Bologna: sarà la stagione del rilancio e del record personale di marcature, ben 22 reti segnate in 30 partite. Il C.T. della nazionale Cesare Maldini è “costretto”, a furor di popolo, a convocarlo per il mondiale del 1998 in Francia.
La decisione di Maldini non si rivelerà felice ed il mondiale francese vivrà tutto sul "dualismo" tra Baggio e Del Piero, minando gli equilibri interni della squadra. Baggio segnerà due reti, diventando così l’unico giocatore italiano ad aver segnato in tre mondiali diversi. L’eliminazione arriva ai quarti di finale, per mano della Francia, futura campione del mondo, ancora ai calci di rigore ma, questa volta, Baggio segna il suo tiro dagli undici metri.
Quella stessa estate si trasferisce nuovamente ed approda all’Inter, guidata per quella stagione da Gigi Simoni. È una delle stagioni più controverse della squadra meneghina, con numerosi cambi d’allenatore (Simoni, Lucescu, Hodgson ed infine Castellini) che impediscono a Baggio di esprimersi al meglio. Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, ma anche con l’allenatore toscano i rapporti non sono buoni, tanto che, al termine dei due anni di contratto, Baggio si congeda dall’Inter, con una doppietta nello spareggio contro il Parma, che regala ai nerazzurri l’ammissione alla Champions League.
Baggio decide di ritornare ad una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone, con l’obiettivo dichiarato di partecipare ai mondiali del 2002. Obiettivo mancato, anche a causa di un brutto infortunio al ginocchio sinistro che a più riprese ne condiziona la stagione decisiva, dissuadendo il C.T. della Nazionale Italiana, Giovanni Trapattoni, dal convocarlo.
Il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, Roberto Baggio mette a segno il suo duecentesimo goal in serie A, traguardo raggiunto solo da quattro altri "mostri sacri" del campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordhal, Giuseppe Meazza e José Altafini.
Roberto Baggio disputa l’ultima partita della sua lunga carriera il 16 maggio 2004 (Milan-Brescia 4 a 2, ultima giornata della stagione), non prima tuttavia di essere convocato, il 28 aprile 2004, per un’ultima volta in Nazionale, in occasione di una partita amichevole contro la Spagna. Al termine della stagione, in suo onore, il Brescia (che con lui in cabina di regia si salva per quattro anni di seguito) ritira la maglia numero 10 da lui indossata per cinque stagioni.
 
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Otreblax
view post Posted on 25/3/2006, 17:45




bravo
 
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Star10
view post Posted on 7/7/2006, 14:47




Roberto Baggio.Dopo Ale il mio preferito....ti voglio bene Campione!
 
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Zebretta86
view post Posted on 7/8/2006, 22:46




Un altro grandissimo Campione...
 
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view post Posted on 16/3/2022, 13:49
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view post Posted on 16/3/2022, 14:00
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CITAZIONE (fetsmo @ 16/3/2022, 13:49) 

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view post Posted on 16/3/2022, 20:18
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Oggi Ronaldo e Messi se li divorerebbe. Per me rappresenta la classe assoluta. Aveva una tecnica mostruosa.
E tutto ciò con gravi infortuni già da giovanissimo.
 
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view post Posted on 17/3/2022, 11:19
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a mio avviso, a ginocchia sane, il più grande talento italiano dal dopoguerra in poi, degno di sedersi al tavolo delle leggende assolute
 
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view post Posted on 17/3/2022, 23:41
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Il numero 10 per eccellenza Italiano
 
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