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Ritratti: Zinedine Zidane, biografia e articolo di Bidescu

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Lorre
view post Posted on 23/6/2006, 00:09 by: Lorre




ARTICOLO DI Bidescu, www.juventus1897.it

Zinedine Zidane, detto “Zizou”, debutta nella massima divisione francese con il Cannes nel 1988: due sole presenze in attesa del lancio definitivo che avverrà nel 1990.
Nel 1992 viene ceduto al Bordeaux, dove vive la sua migliore stagione in patria: gioca 35 partite e segna 10 goals. È dai tempi di Michel Platini che in Francia non vedono un calciatore così brillante, così dotato di creatività e così efficace nei sedici metri; con i piedi fa quello che una persona normale non riuscirebbe a fare con le mani, la sua eleganza è pari a quella di un ballerino. Si trova a meraviglia con due altri futuri campioni francesi, Christophe Dugarry e Bixente Lizarazu, con i quali formerà quello che verrà chiamato il “triangolo bordolese”, Vanno molto d’accordo, riescono a trovarsi sul campo con gli occhi chiusi e portano “Les girondins” alla finale di Coppa Uefa, persa contro il Bayern di Monaco.
Il 17 agosto 1994 a Bordeaux, esordisce in Nazionale, contro la Repubblica Ceca. Entrato in campo nella ripresa, con la Francia in svantaggio per 0 a 2, “Zizou” porta la sua Nazionale al pareggio, con due splendide reti. Tuttavia, il posto nella Nazionale è tutto fuorché sicuro e deve aspettare quasi un anno per potersi considerare titolare a tutti gli effetti.
Platini, che con la Juventus e con la famiglia Agnelli è rimasto in ottimi rapporti, prima racconta le prodezze del ragazzo marsigliese e poi ne suggerisce l’acquisto. Così “Zizou” lascia Bordeaux per raggiungere Torino nell’estate del 1996.
I primi due anni sono trionfali. Per la Juventus e per il marsigliese. Scudetti e Coppe sono i risultati di una squadra che punta sempre al massimo. In un campionato dove hanno fallito molti stranieri, Zidane si rivela un campione, soprattutto in attacco, quando con fantastiche intuizioni manda in goal tutti i suoi compagni, da Del Piero a Vieri, da Inzaghi a Kovacevic.
«Lippi è stato come un interruttore: mi ha acceso ed io ho capito cosa significa lavorare per qualcosa che vale. Prima di arrivare in Italia, il calcio era un lavoro, ma soprattutto un divertimento. Da quando sono arrivato a Torino, invece, la voglia di vincere non mi ha lasciato più».
Con Didier Deschamps, capitano della naziona¬le francese, che ha già vinto la Coppa dei Campioni con l’Olympique Marsiglia e con la Juventus, da vita ad una coppia di centrocampisti di rara bellezza per contenimento, attacco ed organizzazione. Aimè Jacquet, il C.T. francese, per i mondiali del 1998, dopo aver insegnato alla squadra a difendersi con efficacia, regala al pubblico anche un po’ di calcio-champagne con le magie di Zidane. Ed è subito vittoria, grazie anche a sue due reti nella finale contro il Brasile di Ronaldo.
«Se sono arrivato fin qui», racconta “Zizou”, «lo devo a questi anni in bianconero, in cui ho trovato sicurezza, la voglia di non mollare mai, la capacità di rinnovare la fame di altri successi».
Gli anni d’oro di “Zizou” non si fermano a Francia 1998. Nello stesso anno arriva il “Pallone d’oro”: nella prestigiosa classifica si lascia alle spalle fuoriclasse del calibro di Suker del Real Madrid, Ronaldo dell’Inter e la stella nascente Owen del Liverpool.
Ormai è l’ago della bussola francese e juventina. Lui e Del Piero sono i due giocatori capaci di fare la differenza. Purtroppo non fanno scudetti: prima li frena un acquazzone a Perugia e poi l’allegria di Van der Sar fra i pali.
Ma per dissetarsi di successi c’è sempre la Francia. Il campionato d’Europa del 2000 vive dell’impareggiabile repertorio di “Zizou le finisseur” ed anche questo torneo entra nella bacheca personale di Zidane.
Rientra alla Juventus carico di gloria. Madame Zidane gli sussurra che Torino è un paesone: insomma, si è stufata, vuole la Spagna. Prima si parla di Barcellona e poi di Madrid. Zidane vorrebbe andarsene subito, ma lo trattiene l’avvocato Agnelli: si tratta di un favore personale che nemmeno Zidane può negargli. Una delle poche cose che “Zizou” ha imparato dai torinesi, è la cortese ipocrisia sabauda: durante la stagione si sprecano le dichiarazioni d’amore per la Juventus. È una sceneggiata alla quale partecipano tutti: Moggi, che sa benissimo che il francese andrà al Real Madrid, la stampa sportiva, che sa benissimo che andrà alle “Merengues” e Zidane che ha già preso accordi con la squadra madilena.
Quando rientra dalle vacanze 2001 l’annuncio ufficiale: alla Juventus arrivano una pioggia di miliardi (150), tutti si dichiarano sorpresi. Zidane: «Il mio addio alla Juventus era programmato per l’anno prossimo, ma i dirigenti hanno riflettuto ed hanno deciso di vendermi subito: per loro erano importanti i soldi». La Juventus: «Abbiamo assecondato la volontà più volte espressa, ed a fine stagione divenuta tassativa, del giocatore di trasferirsi in Spagna». Moggi: «Zidane si è venduto da solo».
Con i soldi guadagnati arrivano Buffon, Thuram e Nedved: saranno altri anni gloriosi e ricchi di trionfi. “Zizou” al Real conquisterà nuovi trofei, non ultima la Champions League, che gli era sfuggita con la Juventus, vinta grazie ad un suo fantastico goal, nella finale contro il Bayer Leverkusen.
 
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