ANTEFATTO
La nostra storiella comincia verso la fine della stagione scorsa: diciamo che convenzionalmente comincia dopo l'eliminazione in Semifinale di Europa League.
Sfumato l'unico obiettivo rimasto, la situazione comincia a precipitare: è ormai quasi ufficiale che stia per arrivare un nuovo direttore sportivo. E' LA figura che manca alla Juventus da troppo tempo: non una promozione interna (Paratici dopo il siluramento di Marotta, Cherubini dopo la fine del rapporto con Paratici, Manna in sostituzione di Cherubini incolpato per le plusvalenze) bensì un vero dirigente formatosi e con merito in altri contesti.
Per molti, Giuntoli è l'uomo che arriva a mettere a posto le cose. Tra le cose da mettere a posto, c'è l'allenatore.
Andiamo a fare un po' di reminiscenza: ci si aspetta che Giuntoli siluri immediatamente Allegri scegliendo, cosa insita al suo modo di lavorare, direttamente lui un nuovo tecnico cui affidare un progetto di squadra; è d'altro canto evidente che molti giocatori non siano più in sintonia con il tecnico, la squadra ha mollato ed è in bilico la qualificazione: l'insoddisfazione è talmente evidente che chi persino si aspetta che i giocatori boicottino l'allenatore, perchè nel frattempo si è diffusa una leggenda (non sapremo mai se era vera) circa la presenza di una clausola risolutiva del contratto in caso di mancata partecipazione alla Champions, e si arriva a parlare di un contratto che in realtà non è di 4 anni ma 2+2.
Sono tutte aspettative che a breve sarebbero andate deluse: John Elkann conferma la fiducia ad Allegri prima dell'ultima partita, consentendogli di fare una specie di beffardo autoannuncio al termine della gara, quando invece in tanti si aspettavano che il senso della dignità avrebbe alla fine prevalso (perchè mai dovesse prevalere, non si sa) e Allegri avrebbe comunicato le proprie dimissioni a obiettivo raggiunto. Un obiettivo poco in linea con l'ambizione di Andrea Agnelli a inizio stagione di essere competitivi per il Campionato: una illusione che dura fino alle 5 pappine prese a Napoli, prima dell'inizio del delirio giustizia sportiva, ma in realtà non siamo mai stati competitivi, con una media punti sempre ancorata ai 2 a partita.
I giocatori non si ammutinano, Allegri non si dimette, Giuntoli arriva e non lo esonera.
In tutta franchezza, non l'avrei fatto neanche io: un dirigente che arriva con un quinquennale ha un grande compito e certamente a Torino sono abituati a buttare a mare annate o lustri per assorbire i problemi e ricominciare a costruire per vincere.
LA STORIELLA ENTRA NEL VIVO
..e lo fa, simbolicamente, con il ritorno al tifo attivo dei tifosi al primo anello, i cosiddetti ultras principali. E' un ritorno strano, senza premesse logiche: l'unica premessa logica è che le dimissioni del loro nemico Andrea Agnelli abbiano consentito uno stralcio di tutte le ostilità societarie e che costoro si siano sentiti legittimati a tornare a tifare, diciamo così per evitare di dire cose censurabili. La cosa significativa, e sospetta, è che non tornano semplicemente a tifare, ma tornano con una linea ben precisa: massimo sostegno ad uno in particolare, cioè l'allenatore.
Siccome non credo alle coincidenze ma non credo neanche alla buona fede di nessuno o quasi dei personaggi che di seguito chiamerò magari con nomi di fantasia, si direbbe quasi che nella promessa di comportarsi bene fatta a Due fosse ricompreso il dare un importante sostegno particolare all'allenatore.
Perchè mai? Potrebbe essere ad esempio che a differenza di Due, sostenitore di Allegri, ci sia anche un certo Uno, che intende invece che a fine stagione al più tardi l'allenatore va fatto fuori?
La stagione 2023/24 entra nel vivo e la squadra va bene. Troppo. Troppe sono anche le critiche che, nonostante un buon rendimento, Allegri continua a ricevere dai soliti rompiscatole (tra cui il sottoscritto); sono talmente tante che si verifica una crescita enorme di voci a sostegno provenienti dalla stampa: ormai non è più una questione tra Allegri e Adani, ormai lo scontro si è curiosamente spostato nella infosfera.
Anche questo aspetto della nostra storia è strano: perchè continuare a discutere della posizione dell'allenatore quando l'uomo che in teoria avrebbe dovuto silurarlo non ne parla se non per rivolgere qualche breve apprezzamento, e i risultati del resto sono talmente tanto dalla sua che c'è chi arriva a parlare di un prolungamento del contratto e c'è chi addirittura vede una Juve competitiva per lo Scudetto?
ALLEGRI, UOMO DI INAUDITA P.... RUDENZA
Lo aveva detto alla fine del campionato 2022/23, e lo ribadisce durante il periodo buono: a decidere gli obiettivi ragionevoli sarebbe stato lui in base alla rosa messagli a disposizione. E' una posizione inaudita alla Juve ma nessuno ha niente da obiettare pubblicamente: e lui la sua linea la tiene, dice espressamente -altra cosa inaudita- che la rosa è da terzo/quarto posto e che quindi l'obiettivo stagionale, concordato con il club, è la qualificazione Champions.
A quanto pare il vantaggio del non giocare le Coppe non entra nella definizione degli obiettivi stagionali (ed è una novità anche questa).
SI ROMPE QUALCOSA
Ad un passo dalla gara che tutti aspettano, quella con l'Inter prima in classifica, la Juve inciampa: la squadra è diversa dal solito, Milik si ricorda di qualche lontano parente Unno e viene espulso a inizio partita. Riusciamo a pareggiarla, ma l'incantesimo è rotto e comincia un periodo che porterà la Juve ad avere una media da zona retrocessione, non ancora sicura della qualificazione Champions nonostante nel frattempo siano diventate 5 le squadre che ci vanno.
A questo punto incomincia uno schema tra il monotono e l'estenuante: la Juve la domenica va male e in settimana l'allenatore viene difeso da un circo di dichiarazioni che ne evidenziano il grande lavoro fatto, l'insostituibilità in certi momenti, i vari meriti. E si continua a dire che bisogna rinnovargli il contratto. Possibile che sia solo un gioco delle parti, cioè il discutere per il pubblico e l'audience?
Onestamente mi riesce difficile crederlo, non essendosi mai visti simili cori a difesa di un ruolo così importante, specialmente quando si tratta di quello della Juve.
Si arriva poi ad un grottesco minuetto: più si infittiscono le voci circa un serio interessamento della Juve per Thiago Motta, designato successore in panchina, più si amplificano anche le arringhe difensive per Allegri, stabilmente sul banco degli imputati. Tra le tante, quelle di Luciano Moggi. Non si offenderà, ma chissene, se dico che l'insincerità è il suo pane quotidiano: mai una vera risposta ad una domanda, la vanità come bussola: la sua discesa in campo a difesa di una causa persa come quella di Allegri, nel mentre proseguono i cori a favore della kurva, è quantomeno sospetta. Va oltre la logica vanità del direttore che, come ha sempre fatto, ama prendere a pesci in faccia i tifosi dicendo che non capiscono niente e che i soldi nella società sono di altri e la gestione pure. Sembra esserci un di più, oltre alla vanità e al trollaggio, in questo Moggi Allegriano, senza il quale non si spiega la decisa presa di posizione a favore di Allegri.
Un interesse per sè? Invidia verso il direttore in carica, di cui si suppone voglia silurare Allegri e sostituirlo con Motta? Rappresenta il pensiero e la posizione di Due? o di Uno, che magari ha cambiato avviso dopo l'inizio dell'orribile girone di ritorno?
O di un Tre, magari?
QUANTE PERSONE ABBIAMO DAVANTI?
La posizione di Moggi, proprio lui che gli allenatori li silurava senza pietà, poteva essere frutto di un interesse a parlare in un certo modo, proprio come quella degli Ultri della Kurva. Poteva.
Il fatto è che a un certo punto tutto il circo sembra cominciare a smobilitare: chi prima difendeva Allegri, forse per amicizia con Due, adesso sembra accettare il dato di fatto e rassegnarsi al suo addio a fine stagione. E allora un cambio di registro.
Moggi parla di Galliani che gli avrebbe detto che Giuntoli gli ha detto.... Ancora una volta c'è da chiedersi: per fare un piacere a chi? Destabilizzare pubblicamente il rapporto MAI DISCUSSO tra il direttore e l'allenatore PERCHE'? Giova alla Juve, di cui si dice tifoso? Non penso proprio.
Però la vicinanza tra le posizioni di Moggi e quella degli Ultri, a questo punto della nostra storiella, finisce.
Il primo, che non fa mai nessun tipo di osservazione su Thiago Motta, fa altri nomi. I secondi invece, fedeli a sè stessi, nomi non ne fanno e però prendono, senza che ce ne sia alcun motivo apparente, posizione contro il ritorno di certi dipendenti: insomma difendono pervicacemente Allegri per esorcizzare l'arrivo di altri non graditi. Perchè tanto zelo? E da dove si son tirati fuori l'idea che possa arrivare qualcun altro?
E' qui che ci sembra sia entrato in campo Tre:
Uno voleva far fuori Allegri Due voleva che restasse e non vuole che arrivi qualcun altro in particolare Due magari ha cambiato idea su Allegri ma nel frattempo c'è un Tre che, senza essere d'accordo con Uno o con Due, ha un'altra idea ancora.
Qui la nostra storiella arriva all'oggi e si interrompe; come stanno le cose non lo so: da una parte ci sono dei pensieri e delle ovvietà, e dall'altra dei dubbi. Però ecco, mi sembra che stiamo assistendo allo sviluppo di una bella storiella, nella cui penombra si intravedono 3 personaggi, 3 diverse volontà.
L'esito finale lo conosceremo ormai a breve; com'è andata, invece, temo che non lo sapremo mai.
Edited by CASARANO - 7/5/2024, 21:34
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