Bene, vorrei cominciare a postare qualcosa sperando che possa essere seguito da molte nostre segnalazioni, recensioni, illuminazioni che riguardino la musica.
Inizio dall'artista che ha monopolizzato la mia attenzione da qualche settimana a questa parte: lui è un cantautore irlandese, ha pubblicato il suo primo e straordinario album nel 2002 ed ha avuto un inaspettato successo sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti.
Sto parlando di DAMIEN RICE, personaggio che colpisce per la straordinaria semplicità che si contrappone al prepotente talento che comunque non può fare a meno di nascondere.
L'album che l'ha reso famoso è "O", subito in testa alle classifiche britanniche; grazie a questo lavoro Damien si è conquistato l'interesse anche dei cultori a stelle strisce; e così nel 2004 si occupa della colonna sonora di "Closer" in cui inserisce una della perle del suo repertorio "Blower's Daughter", ma il suo operato è denso di chicche per cui è inutile soffermarsi su questa o quella canzone.
Ha una voce molto particolare, soffice come può esserla quella di Nick Drake o il più recente Tom Yorke dei Radiohead (da cui comunque prende qualcosa), a volte più sottile, altre volte quasi rauca, sofferta ma sempre carezzevole e capace di fondersi alle note del violoncello, quasi sempre presente nelle sue canzoni.
In tutti i suoi brani, che siano dolci ballate o melodie più graffianti, domina il contrasto: della sua voce maschile e sommessa con quella di Lisa Hannigan, femminile e acuta, del suono che vibra e rimane sospeso a mezz’aria e il vuoto, l’attimo di silenzio che ti lascia respirare…
E tra questi momenti estremi la musica è un continuo scorrere di note che affiorano lentamente per poi crescere, sempre più, fino a esplodere in sonorità quasi orchestrali.
Damien è l’autore delle piccole cose, è il poeta delle parole che non sai dire, è il pittore delle immagini che si nascondono nel tuo intimo.
Vi consiglio di ascoltare questo "O" che personalmente mi ha veramente stregato, unico vero album fino a tre giorni fa quando è uscito sul mercato inglese il suo secondo lavoro "9"; che per ora non ho ancora avuto il tempo di assimilare ma mi pare all'altezza del precedente.
Per chi lo volesse buon ascolto
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