| e così è finita un'altra stagione. una stagione che non si sapeva nemmeno se sarebbe iniziata e se avrebbe visto il suo termine. e invece si è giocata nei mesi giusti e senza interruzioni. certo, qualche partita ha dovuto cambiare giorno, un paio di altre sono state falsate da assenze troppo rilevanti. il pubblico è stato assente in molti stadi, ma in altri c'è stato, seppur ridotto.
è finita una stagione su cui si potrebbe scrivere un film, e forse qualcuno lo farà. il prologo di tutto ha una data: 17 marzo 2020. il mondo ha ormai iniziato a conoscere il Covid quando Tom Brady annuncia che lascerà i New England Patriots. non è un addio qualsiasi. Brady lascia i Patriots dopo 19 stagioni, nelle quali la squadra è andata ai playoff 18 volte (l'unica assenza è nell'anno in cui lui perde tutta la stagione per un infortunio al ginocchio), ma soprattutto parteciperà a 9 Super Bowl vincendone 6.
Tom Brady non è un predestinato. i Patriots lo scelgono al draft del 2000 alla posizione 199, al sesto giro di scelte su sette. 198 giocatori, molti dei quali scomparsi dalla Nfl nello spazio di un mattino, hanno sentito chiamare il proprio nome prima di lui. eppure, trovatosi titolare per l'infortunio del quarterback Bledsoe, è diventato il più vincente di tutti i tempi. i New England Patriots, sotto la guida di Bill Belichick sono diventati un sistema perfetto. i giocatori importanti che se ne vanno, spesso altrove non raggiungono gli stessi risultati. per molte persone, anche addetti ai lavori, Tom Brady è frutto del sistema. al di fuori di quello, non avrebbe mai raggiunto gli stessi risultati. il 17 marzo, Brady esce dal sistema.
lo stesso giorno firma per i Tampa Bay Buccaneers. una squadra che non va ai playoff dal 2007, e che ha appena finito la stagione con più sconfitte che vittorie, come quasi sempre in quei 13 anni. Brady ha 43 anni, Tampa è al sole della Florida. per tanti è solo l'ennesimo pensionato americano che va a svernare.
i Bucs finiscono secondi nella division, ma hanno il quarto miglior record nella conference, e strappano un posto ai playoff. dopo aver vinto a Washington da favoriti (ma non facilmente), vanno a vincere in casa dei New Orleans Saints, la squadra che li aveva preceduti nella division e soprattutto battuti due volte su due. l'avversario successivo sono i Green Bay Packers. la miglior squadra della conference quest'anno. la squadra di Aaron Rodgers, votato miglior giocatore della stagione. ancora in trasferta, e questa volta nel gelo della frozen tundra del Wisconsin. Brady ne esce ancora vincitore.
i Buccaneers tornano al Super Bowl dopo 18 anni. l'unico che avevano giocato, e vinto. sono la prima squadra della storia a giocare la finale nel proprio stadio. di fronte i Kansas City Chiefs, i campioni in carica, la squadra con più vittorie in stagione, 14 su 16. il loro giovane quarterback, Patrick Mahomes, è il giocatore più pagato della Nfl, ed è considerato il futuro di questo sport. i Chiefs sono favoriti. hanno battuto Tampa in stagione, tra l'altro. però Mahomes ha un problemino al piede, e mancano un paio di giocatori importanti nella linea offensiva, chissà.
il resto è cronaca. Tampa domina la partita, trascinata dalla difesa che non concederà nemmeno un touchdown all'attacco più esplosivo della lega. i flash della partita se li prendono giocatori come Rob Gronkowski, che dopo aver vinto tutto con Brady ai Patriots si era ritirato due anni fa e pensava di darsi al wrestling. è tornato al richiamo dell'amico e ha messo due touchdown nella finale. come Antonio Brown, per anni tra i migliori ricevitori della lega a Pittsburgh che a un certo punto alla ricerca di soldi ha cominciato a non essere più un professionista, ad essere considerato praticamente uno mentalmente instabile. come Leonard Fournette, ex quarta scelta assoluta che doveva essere un running back epocale e invece si è trovato tagliato per motivi di cap.
Tom Brady ha così alzato il suo settimo Vince Lombardi Trophy. è uscito dal sistema e ha messo il suo sigillo.
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