| Ha approfittato del vuoto sulla sinistra, ma ora rischia di partire SIMONE DI SEGNI
TORINO Ora che si è conquistato il ruolo di insospettabile protagonista, Cristian Pasquato si è trasformato anche in un bel dilemma. Gli ingredienti per la storia dell'estate ci sono tutti. La scena del bivio rende il film altamente intrigante: può essere lui l'uomo in più della rosa bianconera? O va lasciato ancora germogliare altrove?
Sudava a Vinovo da semi-epurato, mentre la squadra partiva per Bardonecchia. Si è aggregato al gruppo negli ultimi giorni di ritiro, per poi volare negli Usa assieme ai compagni. La tournée alla scoperta degli Stati Uniti (e della Juve), si è trasformata presto nel viaggio d'esplorazione di Pasquato. I guizzi e il gol con cui ha deciso l'amichevole con i messicani del Club America, facevano parte di una delle poche note liete registrate da Conte.
E quando il tecnico bianconero ha chiarito che Vucinic era stato preso per assolvere a compiti da prima o seconda punta, questo ventiduenne dalla faccia pulita (già padre di una bambina di due anni) si è fatto trovare sempre al posto giusto. Chi lo conosce giura che quella zona di campo, l'out sinistro, non sia neanche quella di sua specifica competenza. Un motivo in più per apprezzare il modo in cui interpreta gli ordini dell'allenatore.
In realtà, il ruolo di Pasquato somiglia più a quello di Del Piero. A fianco del numero dieci e di Pirlo, spesso si ferma sul campo al termine degli allenamenti, per cercare anche lui la punizione perfetta. Come il capitano, insiste ad esercitarsi con il piede che non è il suo, il sinistro. Adesso è circondato dai campioni e dalle referenze che sembrano prodotte con lo stampino: doti tecniche importanti, un calcio prepotente, disponibilità al sacrificio. Fin qui non ha saltato un'allenamento, ha continuato a stupire Conte e si è portato dietro quella che ad oggi non si capisce se sia una rogna o una fortuna: il ragazzo ha mercato.
Lo scorso anno si è messo in luce con il Modena: stagione da 40 presenze e 9 gol, di cui un paio «alla Alex». È cresciuto nelle giovanili del Padova, dove è nato; dopo essere entrato a far parte della famiglia bianconera, Ranieri gli ha regalato a 19 anni l'esordio in A, proprio al posto di Del Piero, minuto 90 di JuveCatania. Poi ha preso a girovagare. Un anno e mezzo all'Empoli, sei mesi alla Triestina. Poi l'ultima avventura in Emilia-Romagna. Sul suo futuro ora si stanno interrogando, in Corso Galileo Ferraris.
«Me lo tengo stretto, perché sugli esterni siamo in pochi e a vederlo giocare non sembra mica un giovane della Primavera», ha ripetuto più volte Conte. Le parole del tecnico non hanno limitato il numero degli estimatori. Anzi. All'interesse dell'Atalanta, del Cagliari e del Novara, da qualche giorno si è aggiunto quello del Cesena. Così, mentre Marotta chiedeva Giaccherini, si sentiva rispondere Pasquato: domani la trattativa entrerà nel vivo. La Juve comunque pare disposta a ragionare esclusivamente sul prestito. In Spagna, chissà, avrebbero applicato il metodo-Pedro. Magari, lo avrebbero già eletto Pasquito.
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