il primo anno è stato sicuramente molto Contiano.
D'altro canto l'ha detto Allegri, che non avrebbe toccato quasi niente a avrebbe solo dato qualche indicazione diversa in attacco (del resto lui giocava con vertice basso e trequartista, il primo era Pirlo, l'inverso del suo modello, e il secondo non l'avevamo).
Cosa però volesse dire davvero, purtroppo, l'abbiamo capito solo dopo
cioè che si sarebbe risparmiato il lavoro.
Entro certi limiti era anche ragionevole.
Sarebbe poi implicito nel concetto di "gestore", ruolo universalmente riconosciuto ad Allegri: se tu sei un gestore, vuole dire che qualcun altro ha costruito, non si gestiscono il nulla o il caos.
Ma son di quelle cose su cui la mente si diverte con la selettività.
Un formidabile gestore è stato Capello con il Milan di Sacchi, che ha ottenuto più di Sacchi (3 scudetti e 3 finali di coppa campioni consecutive, altro che...) ma i tifosi del Milan detestavano il gioco di Capello e tra i due preferiscono naturalmente ricordare Sacchi, che ha costruito il Milan, mentre Capello ha gestito una squadra fortissima facendole però raccogliere forse meno del suo potenziale (ricorda qualcosa).
Quanto ai famosi predestinati, sicuramente qualcuno sa interpretare certe partite meglio di qualcun altro, o magari è fortunato a trovarsi i giocatori adatti in squadra, o piuttosto è bravo a costruirsi la squadra, come Klopp (che era la mia scelta per il dopo Conte, pur se passava da Zeman 2).
Su tutti vale Guardiola, che -un po' perchè ci crede, un po' per dialettica- ricorda spesso quante volte sia stato eliminato prima della Finale.
Un'altra operazione verità, non rispetto alla bravura (oddio, ha fallito in sequenza Napoli-Bayern-Everton) andrebbe fatta poi su Ancelotti, ma non è il luogo.
C'è invece un altro dato essenziale, alla base della Finale raggiunta a Berlino (e non di quella di Cardiff, per esempio), che per la memoria storica del club sarebbe giusto ricordare, perchè è stata alla base della separazione lacerante proprio con Conte, e della torsione nongiochista (la "squadra inallenabile") e torniamo così decisamente in tema:
le lacune della rosa rispetto ad una precisa idea di calcio, cioè il 4-3-3 che in quegli anni (ma anche adesso) era il miglior modulo per vincere le partite in campo internazionale, potendo attaccare il campo in maniera molto veloce sfruttando il contropiede.
Totalmente inadatto allo scopo era invece il nostro 3-5-2, in cui la coppia d'attacco, anche a causa delle caratteristiche di Llorente, era totalmente slegata dal corpo della squadra (i polemiconi possono andarsi a riguardare le heatmaps) e poteva contare solo sulle accelerazioni di Tevez, essendo i due terzini (Lichtsteiner e Asamoah) assolutamente nemmeno delle ali tornanti.
Conte va quindi in conflitto con M'harotta a proposito del mercato.
Sicuramente per le caratteristiche di una punta mancante: chiede Drogba (prendibilissimo e che poi ci eliminerà col Galatasaray) e M'harotta risponde con Bendtner prima e Anelka poi. Utilissimi ibridi più scarsi sia di Llorente che di Drogba, che non vedranno mai il campo.
Alla fine del secondo anno gli vende Giaccherini, che per la sua idea di calcio era fondamentale, tanto che aveva chiesto semmai un'altra ala, da mettere a destra.
Per il 2014-15 prenderemo poi Morata, che si rivelerà fondamentale nelle partite in campo aperto tipiche delle competizioni internazionali: ancora una volta, basta riguardarsi i gol col Borussia per vedere sul campo una parte (tutta a sinistra, non sostenuta a destra mancando Cuadrado) di quello che Conte aveva indicato come linea di sviluppo della squadra, con la coppia Morata-Tevez capace di distendersi magnificamente sul campo e arrivare in porta.
Per vedere realizzata appieno quella idea di gioco poi, è utile andarsi a guardare tutti (e sono tanti, su tutti quelli a BayernMonaco al gol vittoria in Coppa Italia col Milan) i gol realizzati dallo schema accelerazione di Cuadrado - accompagnamento di Morata, cross e tiro: una combinazione di giocatori "Contiani" che ha fatto tantissime nostre fortune (e di Allegri).
Allegri che invece ha via via proposto una idea di calcio
totalmente diversa, poggiata su una salita lenta e non palleggiata del pallone (cioè niente due tocchi e smarcamento vicino, ma conduzione della palla e inserimenti), appoggiata sul lavoro di centravanti regolarmente trasformati in boe (da Mandzukic largo a sinistra per tenere palla in favore degli accorrenti Asamoah e Alex Sandro, tipo Ibrahmovic con Nocerino), a Higuain retrocesso a centrocampista; son parole di Higuain, non ci inventiamo niente, così come è stato Madzukic a dire che ha accettato un cambiamento di ruolo per il bene della squadra.
Allora, A CAUSA DI UN MODELLO (o un non modello) SPORTIVO DEL TUTTO INADEGUATO AI TEMPI, ALLE POSSIBILITA' DEL CLUB E AI PRESUNTI OBIETTIVI DEL CLUB E ALLE SPERANZE DEI TIFOSI, siamo progressivamente scivolati dalle sfuriate di Conte alle leccate di Allegri, dal bulldozer di Sarri alle 45 formazioni diverse di Pirlo fino a "boh, proviamo con qualche giovane" che ci ha tolto ogni coerenza e ogni idea portante, di gioco e di sviluppo.
Di questo scivolamento, fattore determinante è non solo la politica societaria ma anche l'occasionalismo amicale di M'harotta, che come ogni servo infedele di una società simile, via via ha avuto come unica guida il "tanti soldi ho, e tanti ne spendo: il come lo decido io".
Questo scivolamento verso il niente calcistico è il motivo, molto tecnico e poco ostile, per il quale Paratici e Nedved chiesero ad un riluttante Agnelli di cambiare tecnico.
Beninteso, il deserto tecnico-tattico generatosi in questo modo è una parte non trascurabile dell'incapacità di Allegri di far fronte ai marosi delle stagioni sportive: cui lui potrebbe rimediare almeno in parte se ne avesse le competenze, ma non le ha, quindi dal suo punto di vista è perfettamente normale fare con quel che ha, provando semmai a cambiare ruoli ai giocatori.
Più maliziosamente, "fare con quello che si ha" è ciò che può consentire a un allenatore di sopravvivere in questa Juventus.
In quella degli Agnelli non ti avrebbero lasciato vivacchiare così a lungo e non ti avrebbero lasciato oltre i due.
Insomma non è MAI davvero un problema di rosa, ma è un problema di che tipo di calcio vuoi fare, e di farti dare il meglio di giocatori che puoi: se il meglio è Giaccherinho coi dieci euro tenetemi Giaccherinho ma non prendetemi un giocatore diverso che tanto non so che farmene.
A proposito di dieci euro, e di dieci (così chiudiamo sui predestinati e sulle reali possibilità)
subito dopo la famosa battutaccia -quando ci tieni e non ce l'hai fatta è dura mantenere a freno la lingua- a Conte venne chiesto, in una conferenza stampa successiva, di chiarire meglio il suo concetto:
"quando una squadra italiana tornerà a vincere una Coppa europea?"
Rispose che alla luce dei valori e delle prospettive attuali, ci sarebbero voluti almeno dieci anni.
Era il maggio 2014 ed era ancora alla Juve.
Allora, considerato che la Conference non esisteva, e che nei dieci anni trascorsi nessuna squadra italiana ha mai vinto nemmeno una Europa League, si può dire -e lo diciamo con un particolare gusto- che dal momento esatto del fischio finale di Manchester City - Inter, Conte ha ufficialmente ragione
Edited by CASARANO - 11/4/2024, 12:19